BARBARA M.
Mi chiamo Barbara e con immenso piacere racconto la mia storia …
Conosco Sergio nel Dicembre del 2005, quando, mia madre, colta dallo sconforto alla notizia che suo fratello è malato di tumore, decide di rivolgersi a lui.
Io ero molto perplessa al riguardo, non che avessi dei pregiudizi nei confronti della pranoterapia, anche perché avevo avuto già piccoli approcci, ma non mi convinceva il fatto che mia madre, presa dalla disperazione, potesse mettersi nelle mani di uno sconosciuto qualunque.
Decisi che l’avrei accompagnata per avere il controllo della situazione.
L’incontro avvenne dopo pochi giorni, ed in quell’occasione, rimasi in piedi, alle spalle di mia madre, che sedette difronte a Sergio mentre io , con le braccia conserte, mantenevo un certo distacco, per diffidenza da un lato e scetticismo dall’altro.
Ricordo perfettamente che ci limitammo solo a presentarci …; mia madre non fece altro che porgere nelle sue mani la foto di mio zio ed in silenzio rimase a guardare ..… dopo pochi istanti, quel silenzio ansioso di notizia, venne interrotto dalle parole umili, ma nello stesso tempo chiare e decise di Sergio “mi dispiace questa persona ha un tumore al polmone destro … di fianco a lui vedo un giovane (suo figlio forse?)” … Sergio parlava di mio cugino, morto qualche anno prima in un incidente aereo … ma in realtà, sulla foto compariva solo mio zio Bruno …
Ci disse che purtroppo la malattia era già in uno stadio avanzato, diagnosi peraltro già confermata dai medici, e che non c’era nulla da fare anche perché mio zio, dopo la morte di suo figlio, si era abbandonato al dolore ed aveva rinunciato alla vita.
Mia madre chiese comunque di fare il possibile …
Al tempo questa richiesta mi sembrò assurda, ma rimasi in silenzio perché ne compresi la circostanza, pur consapevole, che nulla sarebbe potuto cambiare …
Mi zio si spense circa un mese dopo ma, l’incredibile, fu che il decorso della sua malattia fu quasi indolore … mio zio si avvicinò alla morte senza la sofferenza preannunciata e con lucida consapevolezza.
L’ incontro con Sergio fu una scoperta, una rivelazione … cominciavo a crederci ma non mi capacitavo come questa persona potesse vedere oltre il corpo e la mente, a maggior ragione quando, prima di salutarci, mi guardò e mi disse che io soffrivo di ansia ed attacchi di panico …
Raccontarvi cosa provai dopo quell’incontro è alquanto difficile perché le sensazioni, i sentimenti, i pensieri furono molteplici; ero stupita, attonita, sbalordita, confusa, meravigliata, incuriosita, appassionata e vogliosa di sapere, capire, conoscere.
Indugiai per molto tempo prima di decidere di richiamare Sergio … ; confesso che avevo paura, dopo tutto non lo avevo mai visto prima d’ora, non conoscevo nulla di questa persona, era strano, avvolto da una luce misteriosa e le sue doti purché affascinanti, mi spaventavano.
Mi spinse ad andare da lui la voglia di uscire da un tunnel che durava da troppi anni, mi spinse il desiderio di riscattarmi, di dare colore alla mia vita, mi spinse il desiderio di vedere la luce, di trovare un riferimento, un conforto, una mano su cui contare e mi spinsero i sogni, sì, perché avevo già cominciato a fantasticare immaginandomi finalmente libera dai pensieri e dalle paure che da tempo albergavano la mia anima.
Il mio percorso con Sergio è stato intenso, unico e indimenticabile … vorrei trovare parole valide, importanti e penetranti per poter arrivare dove è arrivato lui … nel profondo della mia anima oltrepassando il corpo e la mente … Il mio non era un problema fisico, anche se i disturbi fisici non sono mancati, perché si sa che la mente riversa sul corpo i suoi disagi, ma un problema psicologico derivante da profonde insicurezze, mancanza di autostima, difficoltà nel sentirsi all’altezza delle situazioni.
I medici mi avevano diagnosticato un’ansia fobica ossessiva con attacchi di panico, oltre a depressione. Per anni, dalla giovane età di 14 anni, sono stata seguita da psichiatri, psicologi e psicoterapeuti, curata con farmaci antidepressivi ed ansiolitici, con sedute di psicoterapia, a volte anche valide, ma nulla aveva sortito risultati efficaci e risolutivi.
Vi garantisco che la mia era diventata una vera e propria prigione, una prigione buia, triste, malinconica, incompresa e sola. La mia vita era circoscritta in quattro mura, la mia casa, il mio ufficio e null’altro. Avevo paura di uscire, di affrontare semplici situazioni come stare con le persone, camminare per la città, prendere i mezzi pubblici, muovermi da sola, praticare qualsiasi sport, tutto era per me estremamente difficile e a volta insormontabile. Non avevo più fiducia in me stessa, ero avvolta dallo sconforto, dalla depressione, dall’angoscia e trascorrevo giornate intere a combattere contro i miei pensieri che diventavano di giorno in giorno sempre più paurosi. Erano loro che avevano preso il sopravvento su di me ed io mi sentivo persa, malata, affranta.
Vivevo nella paura di avere paura e pian piano mi ero costruita una vita prevedibile, calcolata, misurata ed insapore.
Il lavoro di Sergio è stato, a parer mio, molto intenso e coinvolgente, sì, perché le sue terapie non si sono limitate alle sedute settimanali di un’ora, ma ad una presenza quasi costante per il fatto che io cercassi il suo aiuto in ogni momento di difficoltà e di malessere.
Ogni seduta è stata una sorpresa; Sergio era in grado di vedere e ripropormi pensieri e sentimenti che custodivo gelosamente dentro di me e che non avevo mai rivelato a nessuno, di vedere situazioni vissute, luoghi e persone che facevano parte della mia vita, oltre ad inquadrare i miei conflitti interiori, i miei disagi, le mie debolezze.
Il suo obbiettivo era quello di ripulirmi da quelli che lui chiama elementali o forme di pensiero che cronicizzandosi, inquinano la mente e ne minacciano lo stato di salute.
Descrivere questo percorso di “svuotamento mentale” è assai complesso ma per poterne rendere l’idea, provate ad immaginare un’ infinito (la mente) colma di piccoli cassetti, … in ogni cassetto un pensiero fisso, una paura, un brutto ricordo. Aprire i cassetti e liberarli dal contenuto è stato il suo principale obbiettivo e malgrado ci siano stati momenti di confusione, come quando per riordinare una cassettiera si mette inizialmente tutto a soqquadro, il risultato è stato sorprendente.
Ricordo che ci sono stati momenti in cui avrei voluto urlare al mondo intero quanto mi sentissi viva e libera ogni qual volta avvertivo un senso di profondo benessere perché mi accorgevo che pensieri fissi o paure non si riproponevano più nella mia mente, proprio come se si fossero staccati da una superfice collosa e mi avessero completamente abbandonato.
La terapia è stata un crescendo di benefici mentali e fisici che mi hanno portato ad essere una persona diversa, una persona che non soffre più di disagi mentali e di problemi connessi e che si sente profondamente libera e serena. Il secondo scoglio più grande, dopo il raggiungimento della quiete psicofisica, è stato quello di riabituarmi alla vita, affrontando il mondo fuori le quattro mura di casa, vivendo quelle situazioni che fino a quel momento mi erano apparse minacciose…. Questa è stata la mia più grande vittoria che ha dato ragione della mia guarigione.
Oggi Sergio è diventato un mio caro amico, un amico speciale, il mio mentore, colui che non smetterò mai di ringraziare perché ciò che ha fatto per me, è impagabile.
Il mio unico merito? … quello di averci creduto … al resto ci ha pensato lui …
Con immensa stima, gratitudine e profondo affetto … Grazie.